Roma, 14 aprile 2025 – “Un ragazzo accoltellato all’esterno di una discoteca, ancora sangue, ancora sirene nella notte. Non è più un’eccezione, è diventata la norma. Lo scorso fine settimana è stato un vero e proprio bollettino di guerra. E noi imprenditori siamo stanchi, impotenti, lasciati soli ad affrontare una violenza che sta sfuggendo di mano” – è il grido d’allarme di Maurizio Pasca, presidente del SILB-FIPE, dopo l’ennesimo episodio avvenuto a Palermo, nei pressi del Country Club in viale dell’Olimpo, dove un giovane è stato colpito con una coltellata all’addome e ricoverato in codice rosso.
Ma non è stato un caso isolato: nella stessa notte, a Borgo Vercelli, un addetto alla sicurezza della discoteca Il Globo è stato accoltellato all’esterno del locale. L’uomo, intervenuto per sedare un’aggressione da parte di un soggetto – secondo le prime ricostruzioni, di nazionalità straniera – è stato inseguito, fatto cadere a terra e colpito con diversi fendenti al corpo. Operato d’urgenza, resta in prognosi riservata, anche se fortunatamente non sarebbe in pericolo di vita.
“Il Country Club e la discoteca Il Globo sono entrambi locali storici, sicuri con personale qualificato e collaborativo – prosegue Pasca – ma tutto questo oggi non basta più. Anche i luoghi gestiti con professionalità e attenzione diventano teatro di episodi di violenza improvvisa e gratuita. Siamo alla follia.”
“È una spirale drammatica, che sta trasformando la notte italiana in un campo minato. Chi lavora con serietà e responsabilità nei locali notturni si ritrova ostaggio di bande violente, episodi criminali e risse sempre più frequenti. I nostri locali sono bersagli, non focolai. Eppure, continuiamo a essere trattati come colpevoli, nonostante tutto. È inaccettabile.”
Pasca punta il dito contro strumenti normativi ormai inadeguati: “L’articolo 100 del TULPS, per quanto legittimo, non è più efficace. Anzi, finisce per colpire le imprese sane, sospendendo licenze, chiudendo attività, azzerando lavoro e investimenti, senza che ci siano colpe reali da parte dei gestori. È una risposta comoda, ma sbagliata. Serve altro. Serve una strategia di prevenzione vera, una presenza dello Stato nei territori e fuori dai locali”.
“Non possiamo più restare in silenzio. Non possiamo continuare a pagare con la nostra pelle e quella dei nostri dipendenti. Il comparto dell’intrattenimento è al collasso: la paura ha preso il posto della musica, la diffidenza ha sostituito la voglia di divertirsi. O il Governo interviene con serietà e tempestività, con strumenti normativi e operativi adeguati, oppure tra poco non ci sarà più nulla da salvare.”
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